Le prime fornaci erano del tipo a fossa, costituite da una buca scavata nel terreno, in cui venivano deposti i vasi d'argilla cruda e il combustibile (legna, carbone, paglia, sterco di animali essiccato, noccioli di frutta), il tutto coperto da fascine di legno o carbone. Questi primi forni avevano un'unica cavità che fungeva da camera di combustione e camera di cottura, ma i vasi cotti in questo modo non sempre venivano bene, perchè il calore non arrivava in modo uguale in tutte le parti della buca, infatti i vasi più in basso spesso non si cuocevano abbastanza, mentre quelli più in alto, più vicino al fuoco si crepavano o si rompevano con il calore, Già nell'età del bronzo i forni si evolsero e si iniziarono a realizzare anche forni con due camere comunicanti in orizzontale, una per bruciare il combustibile e l'altra per cuocere i vasi (camera di cottura), con copertura di argilla. I vasi all'interno del forno erano appoggiati su di un ripiano traforato, rialzato rispetto alla quota del fuoco. Il momento della cottura era la fase più importante perchè andava a cambiare in modo irreversibile la struttura e lo stato chimico-fisico dell'argilla: da morbida e plastica diventava dura e resistente cambiando anche il colore con temperature che potevano raggiungere gli 800°C.
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